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Prosegue con una nuova residenza il progetto artistico di “Angeli e Demoni”, lo spettacolo sulla Gerusalemme Liberata realizzato dal Teatro dei Venti con detenuti e internati della Casa di Reclusione di Castelfranco e della Casa Circondariale di Modena, allievi e attori della compagnia in collaborazione con il Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna.
Lo spettacolo sarà ospite del Teatro Dimora di Mondaino domenica 20 marzo (ore 17.00 ingresso gratuito) dopo una settimana di residenza artistica nella quale il gruppo tornerà in prova per continuare a sperimentare il lavoro di integrazione tra i detenuti, attori e adolescenti, fulcro della costruzione scenica e dell’idea pedagogica del progetto.
Link alle precedenti tappe del progetto
Info sulla residenza di Mondaino
Le foto dello spettacolo sono di Chiara Ferrin
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Recensioni della prima nazionale
“Una umanità in sé potente e bastante. Senza parti altre, mancanti. Senza la necessità di funzioni simboliche a spostare dal salvifico qui e ora di alcuni umani riuniti attorno alla Gerusalemme Liberata.”
Michele Pascarella – Gagarin Magazine
“E questa forse è la lezione più preziosa del progetto di Teatro dei Venti, che trasforma innanzitutto – e realmente – il teatro nel luogo dell’incontro, del confronto, dello scambio. Farsi incontro, gli uni agli altri, per scoprire che oltre il bene e il male c’è qualcosa che pur ci unisce.”
“A rendere unitario e ben saldo “Angeli e demoni” è il ritmo, incessante, generato in primis dai corpi-percussione degli attori, sostenuti da musiche di scena, strumenti musicali o assi di legno. Suoni, frasi, coreografie: tutto batte, concertato e trasportato in un flusso dove il gesto acquista peso nella ripetizione o nella coralità (molto suggestiva la scena che vede le donne accalcarsi a più riprese sulle schiene degli uomini). L’eterogeneità dei materiali cede alla certezza dell’esecuzione […]”
Stefano Serri – Concretamente Sassuolo
“Il passo è comunque di quelli che, attraverso la formazione artistica, fanno incontrare la volontà e l’opportunità con un futuro di crescita individuale e collettiva: in scena, poco prima della fine, i ragazzi chiudono di sabbia le palpebre degli attori e raccolgono in eredità i loro movimenti, nella sorpresa di scoprirsi adulti tra gli adulti.”
Matteo Brighenti – PAC paneacquaculture
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