28 febbraio ore 14.00 Bologna – Casa Circondariale, via del Gomito, 2
Il Teatro del Pratello presenta MERE UBU VARIETÉ
Con le attrici detenute della Sezione femminile della Casa Circondariale di Bologna
Drammaturgia e regia di Paolo Billi
Coreografie di Elvio Pereira De Assunçao
Musiche composte dagli studenti della Scuola di Musica Applicata diretta dal Maestro Aurelio Zarrelli, Conservatorio G.B. Martini di Bologna
Scene di Irene Ferrari
MERE UBU VARIETE vede in scena venti detenute di diverse nazionalità, che danno vita a uno spettacolo di Varietà, in cui cantano e ballano, a volte strappandosi le maschere di donne aggres- sive e seducenti, secondo le stereotipie maschili, per svelarsi forti, dolenti e ferite. Uno spettacolo contro il voyerismo del pubblico “da teatro-carcere”, ancor più accentuato proprio perchè le protagoniste sono donne. Un Varietà cattivo e scorretto, contro i luoghi comuni. Un grup- po di donne, con sguardo fiero e delicato, si mette in gioco come solo le donne sanno fare, quando vogliono. Mere Ubu, dopo tutte le nefandezze compiute con il marito Ubu Roi, è in carcere ed insieme alle sue compagna mette in scena uno strano spettacolo di Varietà, in cui gli echi dell’opera di Jarry e anche di Lady Macbett si fondono in un gioco ironico e crudele che si conclude con una Parade finale “Siamo tutti figli di… Mere Ubu!”. Ogni numero del Varietà è accompagnato dalle musiche originali, composte dagli allievi della Scuola di Musica Applicata del Conservatorio di Bologna, di- retta dal M° Zarelli, spaziando da polke, a mambo, a can can, a melodie napoletane con mandoli- no, a rap, a galop, a un bolero reinventato. Lo spettacolo si inserisce nel più ampio progetto STANZE DI TEATRO IN CARCERE 2017 – LE PATAFISICHE, che vede nel triennio 2016-2018 sei registi impegnati in sette carceri della re- gione e presso i Servizi di Giustizia Minorile, tutti su un medesimo tema, ovvero l’opera di Alfred Jarry e le correnti artistiche, filosofiche, metafisiche da essa derivate.