Trasparenze di Teatro Carcere II edizione

Venerdì 4 novembre a Reggio Emilia presso gli Istituti Penitenziari (via Luigi Settembrini, 8) prende il via Trasparenze di Teatro Carcere II edizione, un percorso che prosegue fino al 17 dicembre 2022 tra gli spettacoli del Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna, formato delle compagnie che operano con progetti teatrali nelle carceri della regione Emilia-Romagna, organizzato dal Teatro del Pratello. Ferrara, Reggio Emilia, Parma, Bologna, Forlì, Ravenna e Modena le città coinvolte.

Il Festival è la sfida di sette compagnie teatrali che, con poetiche ed esperienze pregresse, talvolta molto distanti tra loro, in un progetto di rete si danno un tema comune da sviluppare su tre anni: tema del triennio 2022-2024 è Miti e Utopie, che si sviluppa con un sottotitolo di tre parole: Errare/Perdono/Comunità. Tre ambiti di ricerca particolarmente significativi per il luogo, il carcere, nel quale si svolgono le attività di produzione.

Peculiarità del progetto artistico del festival è lo sviluppo di un tema comune tra le attività teatrali attive in 14 sezioni di 8 Istituti Penitenziari per adulti: Bologna (Sezione Femminile), Ferrara (sezione maschile), Forlì (sezione maschile e sezione femminile), Ravenna (sezione maschile), Parma (sezione maschile), Castelfranco Emilia (Sezione maschile detenuti e internati), Modena (Sezione maschile e sezione femminile), Reggio Emilia (sezioni femminili e sezione maschile) e con minori in carico ai Servizi di Giustizia Minorile dell’area penale esterna.

Accanto agli spettacoli del Festival si colloca una giornata di studio e confronto sulle prospettive dei progetti teatrali negli Istituti Penitenziari della regione Emilia- Romagna, prevista venerdì 18 novembre dalle 9 alle 14 presso il Teatro Arena del Sole di Bologna ( via dell’Indipendenza 44) in collaborazione con ERT dal titolo Dei delitti e delle scene. Al centro della giornata, moderata dalla prof.ssa Stefania Carnevale dell’Università di Ferrara, le narrazioni dei Direttori degli istituti Penitenziari coinvolti, con gli interventi di rappresentanti della Regione, del Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria, della Magistratura di Sorveglianza e dei registi del Coordinamento.

Apre il festival, venerdì 4 novembre (ore 14) House We Left, una produzione del Centro Teatrale MaMiMò, un viaggio intimo sotto le costellazioni di un carcere femminile diretto da Alessandro Sesti, che firma anche la drammaturgia, e con Cecilia Di Donato e i musicisti Andrea Tocci, Debora Contini, Filippo Ciccioli, le musiche originali sono di Greasy Kingdom. House We Left racconta la storia di alcune donne e di transgender che hanno lasciato le loro case a causa di errori commessi durante le loro vite, il carcere è ora il luogo dove vivono, ma per il mondo non esistono più, sono in un luogo che cancella l’esistenza dalla società.

Sempre prodotto dal Centro Teatrale MaMiMò è il secondo spettacolo presso gli istituti Penitenziari di Reggio Emilia che accoglie anche, lunedì 7 novembre alle 19, Il bene e il male – una breve storia dell’uomo della Compagnia i Ritrovati, con i detenuti attori e musicisti dell’Istituto.
Il lavoro nasce dall’idea di approfondire il tema del Bene e del Male attraverso alcuni personaggi e situazioni mitici come la cacciata dal paradiso, Don Giovanni, Faust, Prometeo ed Eracle, con testi tratti dall’Antico Testamento, da Molière, Marlowe e Pavese. Le scene sono intervallate da lettere che i detenuti hanno scritto a miti classici e moderni scelti da loro, come Dante, Cleopatra, Giulio Cesare, Marilyn Monroe, Nelson Mandela, e che hanno sempre come tema il Bene ed il Male che ha contraddistinto le loro vite rendendoli dei miti. Uno spettacolo che vuole quindi generare una riflessione su che cos’è, come nasce e come si alimenta un mito e su quali sono i limiti positivi e negativi che può e a volte deve abbattere per diventare un mito universalmente riconosciuto attraverso lo spazio ed il tempo.

A Parma la Cooperativa sociale Le Mani Parlanti presenta mercoledì 9 novembre (ore 15) presso la Casa Circondariale (Str. Burla, 57) Errare Nel Tempo Primo Errore: I Cavalieri si confondono tra il Sogno e la Realtà con gli attori detenuti, regia di Vincenzo Picone. Un coro di voci, giovani aspiranti cavalieri alla ricerca del Sacro Graal, interroga, come un oracolo, chi è già è stato Cavaliere e si è imbattuto nelle sue mille avventure, errando nel tempo sospeso di una ricerca mai finita. Questo primo passo, che si muove all’interno di un percorso triennale gravitante al tema “Miti e Utopie”, è dedicato alla figura di Don Chisciotte, archetipo per eccellenza di uno scontro e incontro perenne tra ciò che definiamo Realtà e quello che nominiamo Sogno.

Da Parma il festival si sposta a Bologna dove il Teatro del Pratello mette in scena, presso la Casa Circondariale “Rocco D’Amato” ( via del Gomito 2), Come Pioggia dal Cielo, nuovo lavoro della compagnia delle Sibilline, formata dalle detenute attrici della sezione femminile della Casa Circondariale, diretto da Paolo Billi, che insieme a Filippo Milani firma anche la drammaturgia.
Come Pioggia dal Cielo è liberamente ispirato a La Tempesta di Shakespeare; la drammaturgia compone un testo quasi interamente scritto dalle attrici stesse e affronta l’opera shakespeariana da una particolare e poco frequentata inquadratura: una apparente vendetta origina in realtà il perdono e il perdono genera a sua volta libertà. Il tema del perdono è il focus di ricerca del progetto triennale del Teatro del Pratello alla Sezione Femminile della Casa Circondariale di Bologna e con i minori e giovani adulti in carico alla Giustizia Minorile (giovedì 17 e in replica venerdì 18 novembre, ore 16).

Martedì 22 novembre (ore 17) presso la Casa Circondariale di Forlì ( via della Rocca, 4) l’Associazione Con…tatto e Malocchi & Profu.mi presentano Omniamutatur – Prospettive Rovesciate con gli attori detenuti delle Sezioni Penale Maschile, Femminile e Protetti. La drammaturgia è a cura degli attori detenuti, degli allievi e docenti del Liceo Monti di Cesena insieme a Sabina Spazzoli, Michela Gorini, Alberto Zaffagnini, che curano anche la regia. Lo spettacolo sviluppa il tema delle Metamorfosi; partendo dalla cultura classica (Ovidio, Apuleio, ecc.) e passando per quella contemporanea (Stevenson, Collodi, Kafka, Calvino, ecc.) approda al mondo scientifico in cui la mutazione presuppone una forma definitiva che non ha niente a che vedere con quella iniziale, in cui niente può considerarsi sicuro e definitivo, tutto deve essere verificato, toccato con mano, l’unica possibilità verso la conoscenza è l’esperienza. In questa cornice, il lavoro si sofferma quindi sulla “fotografia”, come grande metafora. Cambiano i luoghi, i paesaggi, le persone e impresso in un pezzo di carta, alle volte sbiadito, restano le tracce di ciò che è stato per chi c’è ora e per chi verrà dopo.

La Casa Circondariale di Ravenna (Via Port’Aurea, 57) è il palcoscenico di Orfeo e Euridice: Un Viaggio, spettacolo di Lady Godiva Teatro Aps con gli attori detenuti, testi e regia sono di Eugenio Sideri. Orfeo e Euridice: Un Viaggio è un racconto in cui eroi ed eroine si incrociano, tra versi poetici e dialoghi quotidiani, in cui il “basso” e l’ ”alto”, come usava definirli Shakespeare, si incrociano sul terreno della narrazione (lunedì 28 e in replica martedì 29, mercoledì 30 novembre e giovedì 1 dicembre alle 15).

A Modena, presso la Casa Circondariale “Sant’Anna” (strada Sant’Anna, 370), il Teatro dei Venti presenta Giulio Cesare. Primo Studio, lavoro liberamente tratto dal “Giulio Cesare” di William Shakespeare con gli attori detenuti del Carcere di Modena e di Castelfranco Emilia, diretto da Stefano Tè, che insieme a Massimo Don firma anche la drammaturgia.
Giulio Cesare è il primo capitolo della trilogia shakespeariana, che vuole avviare una riflessione incentrata sull’Uomo e sulla natura umana, sul Tradimento, la ricerca di Potere, la Vendetta (venerdì 2 dicembre alle 17 e in replica il 5, 6, 7, 9 e 12 dicembre alle 18).

Il sipario del Teatro Julio Cortazar di Pontelagoscuro ( Fe) (via Della Ricostruzione, 40) si apre giovedì 15 dicembre (ore 19) su Album di Famiglia del Teatro Nucleo, conferenza spettacolo di Marco Luciano liberamente ispirata alla figura di Amleto e alle sue varie riscritture contemporanee, da Laforgue a Heiner Muller, con la partecipazione in video degli attori detenuti della Casa Circondariale “C. Satta” di Ferrara. La drammaturgia si è andata componendo attraverso uno scambio di suggestioni letterarie con i detenuti-attori, che li hanno rielaborati in scritture più o meno biografiche sull’ eredità familiare, sulla colpa e sul perdono. La composizione dello spettacolo ha preso ispirazione da Hamlet Machine di Heiner Muller, il cui primo movimento si intitola proprio Album di Famiglia: da qui l’idea di un susseguirsi di storie e personaggi che appaiono e scompaiono, come quando si sfoglia un album fotografico di una qualunque famiglia.

Il giorno dopo, venerdì 16 novembre alle 19, sempre il Teatro Nucleo è nella Casa Circondariale, “C.Satta”, di Ferrara (via Arginone, 327) con Agnusdei, spettacolo liberamente ispirato alle lettere dal carcere di Antonio Gramsci, con la regia di Marco Luciano, che firma anche la drammaturgia, e la preziosa collaborazione del regista argentino Horacio Czertok, fondatore del Teatro Nucleo e ideatore del progetto di teatro carcere di Ferrara. In scena gli attori detenuti della Casa Circondariale di Ferrara. Lo spettacolo non intende narrare in maniera biografica la vita del politico e filosofo italiano, quanto piuttosto indagare, attraverso quadri grotteschi e sarcastici, azioni poetiche e musica dal vivo, alcuni archetipi morali e sociali, alcuni cliché, che la società continua ad alimentare quando si parla di carcere e detenzione.

La seconda edizione del Festival Trasparenze di Teatro Carcere si chiude sabato 17 dicembre a Bologna, presso il PRAT Teatri Comunità (via del Pratello 53) con Il Pregiudizio spiegato a mio nonno, spettacolo del Teatro del Pratello con i ragazzi della Compagnia del Pratello/Ufficio Servizio Sociale Minorenni. La compagnia bolognese vuole così raccontare il pregiudizio a una persona anziana evitando semplici ricette per combattere un fenomeno così radicato, in un’indagine che parte dai luoghi comuni, dalle frasi fatte, dal buon senso, per approdare agli stereotipi di uso quotidiano, che ne rappresentano il terreno di coltura.
Il pregiudizio spiegato a mio nonno ha l’ambizione di porsi come un’opera di poesia civile per attivare domande, riflessioni e confronto tra adolescenti, nonché, soprattutto, tra adolescenti e adulti.

Il Festival è organizzato dal Teatro del Pratello Cooperativa Sociale in collaborazione con il Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna ed è sostenuto dal Ministero della Cultura.

Le attività annuali negli Istituti Penitenziari dell’Emilia Romagna sono realizzate nell’ambito del Protocollo tra Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna, Regione Emilia-Romagna, Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e Centro Giustizia Minorile dell’Emilia Romagna, con il contributo della Regione Emilia Romagna e dei Fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.
Le attività di produzione del Teatro del Pratello rivolte a minori e giovani adulti in carico alla giustizia e alle detenute della casa Circondariale di Bologna sono inoltre sostenute dal Comune di Bologna e dal Centro Giustizia Minorile Emilia Romagna e Marche.

INFO
L’accesso agli spettacoli è subordinato al permesso dell’Autorità Giudiziaria Competente. Per info su tempi e modalità di partecipazione ai diversi spettacoli info@teatrocarcere-emiliaromagna.it

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